Dewey e il pensiero riflessivo

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John Dewey: il pensiero riflessivo

Il miglior modo di pensare […] è

John Dewey: il pensiero riflessivo Il miglior modo di pensare […] è
il pensiero riflessivo: quel tipo di pensiero che consiste nel ripiegarsi mentalmente su un soggetto e nel rivolgere a esso una seria e continuata considerazione (Come pensiamo, 1933, p. 61)

Il miglior modo di pensare

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Dewey Il concetto di riflessione

Per Dewey l’azione riflessiva si attua quando ci si

Dewey Il concetto di riflessione Per Dewey l’azione riflessiva si attua quando
trova di fronte a una situazione problematica e che non ha una soluzione certa.
In conseguenza della situazione problematica nasce il bisogno di creare nuovi modelli d’azione, modificando o sostituendo i precedenti.
Il pensiero riflessivo permette all’individuo di mettere in discussione la logica che sta dietro all’interpretazione delle esperienze della vita quotidiana ovvero tutte quelle azioni che vengono svolte abitualmente seguendo i canoni interpretativi dati dalle esperienze passate.

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I diversi significati di “pensiero” per Dewey

Il pensiero riflessivo è costituito da

I diversi significati di “pensiero” per Dewey Il pensiero riflessivo è costituito
una “attiva, costante e diligente considerazione di una credenza o di una forma ipotetica di conoscenza alla luce delle prove che la sorreggono e delle ulteriori conclusioni alle quali essa tende” (Come pensiamo, p.68).

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spinge all’indagine

mira a una conclusione

è una catena

John Dewey: il pensiero riflessivo

Le

spinge all’indagine mira a una conclusione è una catena John Dewey: il
caratteristiche del pensiero riflessivo

uno stato di dubbio

un’operazione di ricerca, di indagine, per trovare i mezzi che risolveranno il dubbio e apporteranno la soluzione

Il pensiero riflessivo comporta

Il pensiero riflessivo

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Quando si verifica una situazione contenente una difficoltà o perplessità, la persona

Quando si verifica una situazione contenente una difficoltà o perplessità, la persona
che vi è implicata può assumere vari atteggiamenti. Può tirarsi da parte abbandonando l’attività che l’ha condotta fino a quel punto, e volgersi a qualcosa d’altro. Può indulgere a una serie di fantasticherie, immaginandosi ricca e potente o comunque in possesso dei mezzi idonei a farle affrontare la difficoltà. Oppure, può guardare in faccia la situazione. In questo caso, essa comincia a riflettere.
(J. Dewey, Come pensiamo, 1933, pp. 174).

Si inizia a riflettere

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Il pensare ha origine in una situazione che può abbastanza bene essere

Il pensare ha origine in una situazione che può abbastanza bene essere
chiamata cruciale, una situazione così ambigua da presentare un dilemma o proporre delle alternative. Finché la nostra attività scivola via senza ostacoli da una cosa all’altra o finché noi permettiamo alla nostra immaginazione di intrattenersi a suo piacimento in fantasticherie, non vi è posto per la riflessione. Una difficoltà o un ostacolo nella via del raggiungimento di una credenza ci costringe, tuttavia, a una pausa. Nello stato di sospensione determinato dall’incertezza, noi metaforicamente saliamo sempre su un albero; ci sforziamo di trovare un punto di vista dal quale esaminare nuovi fatti e dal quale, una volta raggiunta una veduta che ci faccia meglio dominare la situazione, decidere come stiano i fatti nella loro relazione reciproca.
(J. Dewey, Come pensiamo, 1933, pp. 74-75).

John Dewey: il pensiero riflessivo

Il pensiero riflessivo in Come pensiamo

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Come quella operazione in cui fatti presenti suggeriscono altri fatti (o verità)

Come quella operazione in cui fatti presenti suggeriscono altri fatti (o verità)
così da indurre la credenza in ciò che viene suggerito sulla base di una relazione realmente esistente tra le cose stesse, una relazione tra la cosa suggerita e quella che è fonte del suggerimento. Una nuvola suggerisce una donnola, o una balena; ma non significa nessuna di queste due cose, giacché non vi è nessun legame o connessione nelle cose stesse, tra ciò che è visto e ciò che è suggerito. La cenere non soltanto suggerisce un fuoco precedente, ma significa che il fuoco c’è stato, giacché le ceneri sono prodotte dalla combustione e, se sono ceneri genuine, soltanto dalla combustione. E’ la connessione oggettiva, il collegamento nelle cose esistenti, che fa di una cosa il fondamento, la garanzia, l’evidenza per credere in qualche altra cosa.
(J. Dewey, Come pensiamo, 1933, pp. 72).

John Dewey: il pensiero riflessivo

Il pensiero riflessivo si può definire

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Dewey e le fasi del pensiero riflessivo

In presenza di una situazione confusa/dubbia/incerta

Dewey e le fasi del pensiero riflessivo In presenza di una situazione
l'azione è costretta a fermarsi momentaneamente. In questa fase vengono in mente le suggestioni (idee, soluzioni possibili) sulle possibili azioni.

Il problema può essere identificato e definito solo quando si intravede la via per una possibile soluzione. La suggestione viene sviluppata anche alla luce delle precedenti esperienze. Si iniziano a formulare ipotesi di soluzioe

Quando si hanno idee o ipotesi in mente, si va in cerca di dati (fatti), di materiale di osservazione e di esperimento. Si raccolgono “i fatti del caso”. Si sviluppano le ipotesi come idea-guida per l'azione.

Dopo aver controllato le ipotesi in via teorica, esse vanno verificate (provate) empiricamente attraverso l'azione, l'osservazione, l'esperimento.

Capacità di rielaborare in modo fecondo le idee a partire dalle esperienze pregresse dell'individuo e dalla cultura del tempo in cui vive.

Le idee, come idee, sono speculazioni oziose, fantasie, sogni,
a meno che non siano usate come guida per nuove osservaziioni e riflessioni sulle situazioni reali, presenti, passate e future
(Come pensiamo, p.179)

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John Dewey e il pensiero riflessivo

Quando uso il pensiero riflessivo ho

John Dewey e il pensiero riflessivo Quando uso il pensiero riflessivo ho
un atteggiamento e applico un metodo scientifico o sperimentale
Infatti

L’atteggiamento scientifico […] è il desiderio di ricercare, esaminare, discriminare, tracciare conclusioni solo sulla base dell’evidenza, dopo essersi presi la pena di raccogliere tutti i dati possibili. È l’intenzione di raggiungere credenze e di provare quelle che risultano accettabili, sulla base dei fatti osservati, riconoscendo al tempo stesso che i fatti sono privi di senso a meno che non indichino idee. È l'atteggiamento sperimentale che riconosce come, mentre le idee sono necessarie per l'organizzazione dei fatti, esse sono al tempo stesso ipotesi di lavoro da verificare sulla base delle conseguenze che producono (J. Dewey, L’unità della scienza come problema sociale, 1938, p. 35)

Il pensiero riflessivo e l’atteggiamento/metodo scientifico/sperimentale

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John Dewey e il pensiero riflessivo

L’atteggiamento scientifico, basato sul pensiero riflessivo,

John Dewey e il pensiero riflessivo L’atteggiamento scientifico, basato sul pensiero riflessivo,
è proprio
del senso comune della scienza

L’atteggiamento scientifico

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John Dewey e il pensiero riflessivo

Nel senso comune troviamo atteggiamenti simili

John Dewey e il pensiero riflessivo Nel senso comune troviamo atteggiamenti simili
a quelli della scienza nel senso più specializzato, e insieme altri atteggiamenti che sono completamente non scientifici. C’è chi lavora per abitudine o con metodi basati su tentativi casuali, e chi è schiavo di dogmi e guidato da pregiudizi, proprio come c’è chi usa le proprie mani, gli occhi e le orecchie, per ricavare conoscenze da tutto ciò che passa per la sua strada e usa il cervello di cui dispone per estrarre significato da ciò che osserva (L’unità della scienza come problema sociale, 1938, p. 34).

Senso comune e indagine scientifica