Слайд 2Contenuto:
1. Definizione
2. Struttura dell’accordo
3. L’accordo nel sintagma nominale e con i pronomi
4.
L’accordo nel sintagma verbale
Слайд 31. Definizione
L’accordo (anche detto concordanza) è un fenomeno morfo-sintattico per il quale
in un contesto sintattico definito le parole prendono una forma specifica tra le varie che possono assumere nell’ambito del loro paradigma flessivo. Le categorie flessive che intervengono nell’accordo in italiano sono il genere, il numero e la persona. Proprio per la natura contestuale dell’accordo, si parla in questo caso di flessione di tipo contestuale, in opposizione alla flessione di tipo inerente.
Слайд 42. Struttura dell’accordo
Oltre al contesto sintattico, per l’accordo sono rilevanti due elementi:
il primo, il cosiddetto controllore, determina la forma del secondo elemento, detto bersaglio. Quest’ultimo riprende dal controllore i valori delle categorie flessive che intervengono nell’accordo. Da questo punto di vista, la funzione dell’accordo è quella di facilitare la decodifica della struttura sintattica della frase.
Слайд 5Allo stesso tempo, tuttavia, esso introduce ridondanza, in quanto marche morfologiche che
esprimono gli stessi valori flessivi sono ripetute più volte in una sequenza di parole: in una bella casa, ad es., l’informazione ‘femminile singolare’ è ripetuta tre volte. Tre sono i contesti sintattici di rilievo per i fenomeni di accordo in italiano: il sintagma nominale, tutti i casi in cui vengano utilizzati pronomi, e infine la frase a livello del sintagma verbale e dei suoi dipendenti diretti.
Слайд 63. L’accordo nel sintagma nominale e con i pronomi
Nel sintagma nominale è
la testa nominale che funge da controllore dei fenomeni di accordo. Il bersaglio è invece costituito dai dipendenti dalla testa, siano essi aggettivi, articoli, ecc. In entrambi i casi i valori coinvolti sono il genere e il numero, che variano secondo quelli espressi dal controllore nominale.
Слайд 7Se nel sintagma nominale ricorre più di un nome, l’aggettivo in genere
presenta il valore di plurale:
(1)
Raffaele è un uomo di intelligenza e cultura straordinarie
Maria frequenta un corso di Lingua e letteratura araba
Слайд 8Deviazioni da questo principio sono in genere connesse con lo statuto particolare
del nome testa, che nell’esempio (1) b. è da considerarsi un’unità lessicale piuttosto che una sequenza di nomi coordinati (in quanto Lingua e letteratura araba è unitariamente il nome di un insegnamento). Altrimenti, i nomi coordinati devono costituire una coppia naturale (e ricorrente) come in sale e pepe abbondante/-i, in cui il valore singolare è un’opzione possibile a fianco a quella di plurale.
Слайд 9Se nel sintagma nominale ricorre più di un aggettivo, le possibilità sono
due: in genere gli aggettivi coordinati si accordano nel numero con i nomi, a meno che non sia possibile una interpretazione distributiva in riferimento al nome-testa.
Слайд 10In quest’ultimo caso, il valore selezionato è il singolare se il controllore
al plurale denota una somma di entità singole a cui le proprietà denotazionali degli aggettivi si applicano in modo distributivo:
(2)
purtroppo le macchie rosse e azzurre non sono sparite dopo il lavaggio
purtroppo le macchie rossa e azzurra non sono sparite dopo il lavaggio
Слайд 11Quanto al genere, nel caso di una sequenza di più nomi che
condividono lo stesso valore l’aggettivo ricopierà quest’ultimo, come in (1). Se invece i valori dovessero essere diversi, l’italiano ha una gerarchia di genere per cui il valore maschile è considerato come non marcato e prevale in caso di conflitto:
Слайд 12(3)
le sedie e i tavoli rossi/*e
i tavoli e le sedie
rosse
i cantanti e le attrici nuove saranno subito disponibili
Deviazioni dalla gerarchia di genere sono possibili, come mostra l’accettabilità di (3) b.
Слайд 13Tuttavia, oltre a essere rischiose per le ambiguità denotazionali possibili tra (4)
a. e (4) b.,
(4)
[[[i tavoli] e [le sedie]] rosse]]
[[i tavoli] e [[le sedie rosse]]]
le deviazioni devono rispettare due condizioni: il nome femminile dev’essere immediatamente contiguo all’aggettivo e i nomi devono denotare entità inanimate, per cui (3) c. è inaccettabile nel senso distributivo di (3) b.
Слайд 14Si noti inoltre che nei pochi casi di aggettivi preposti il controllore
dell’accordo è il primo dei nomi coordinati:
(5)
buonissime/*-i paste e dolci
completa/*-i pace e silenzio
Слайд 15Infine, l’opzione vista in (3) b. sparisce se l’aggettivo ha una indipendenza
sintattica maggiore, come in (6) a., per cui si parla di complemento predicativo, dell’oggetto o del soggetto, anche se restano ferme le condizioni generali sull’accordo viste sopra:
Слайд 16(6)
i tavoli e le sedie, pieni/*-e di libri, si ammassavano nell’ingresso
le guardie e le sentinelle nuove/*-i si metteranno subito a disposizione
le sentinelle e le infermiere arrivati/*-e oggi si metteranno subito a disposizione
la guardia e sua moglie, contenti/*-e, sono tornati a casa
la guardia e la sua amica, contente, sono tornate a casa
la guardia, soddisfatta/*-o del giro di ispezione, rientrò in caserma
la guardia e la sentinella, soddisfatte/-i del giro di ispezione, rientrarono in caserma
Слайд 17Tuttavia, la proprietà grammaticale può entrare in conflitto con la denotazione, nel
caso di nomi animati come sentinella, che è femminile ma denota di solito un uomo. Quando i due nomi coordinati presentano lo stesso genere grammaticale femminile ma la denotazione è maschile, prevale il valore grammaticale femminile rispetto alla denotazione maschile.
Слайд 18Tuttavia, benché negli esempi in (6) c.-d. tutti i nomi coordinati siano
femminili, la loro denotazione non è armonica. L’accordo dell’aggettivo privilegia allora la denotazione rispetto al valore grammaticale e sceglie il maschile non marcato. Nel caso, invece, in cui sia possibile un’interpretazione armonica del valore grammaticale e di quello denotazionale, allora è anche possibile selezionare il femminile, come in (6) e., in cui la guardia di cui si parla dev’essere una donna.
Слайд 19Infine, si noti che anche nel caso in cui i nomi siano
armonici sia dal punto di vista grammaticale, in quanto entrambi femminili, sia dal punto di vista denotazionale, in quanto entrambi maschili, l’accordo del complemento può seguire sia il valore grammaticale che quello denotazionale, come si vede in (6) g. L’opzione è assolutamente esclusa qualora sia presente un solo nome come in (6) f.
Слайд 20Infine, si può accennare brevemente al caso dei pronomi, nei quali a
fungere da controllore è il nome antecedente della relazione anaforica (7 a.) o il denotato di quella deittica (7 b.). Le categorie bersaglio sono il genere e il numero:
Слайд 21(7)
dopo aver intuito la soluzione, Ugo provò a scriverla alla lavagna
siediti e scrivi con questa! [riferendosi a una penna]
dopo aver letto il problema e la soluzione, Ugo provò a scriverli alla lavagna
Si noti che nel caso in cui sia presente più di un antecedente nominale valgono le stesse regole viste sopra per l’accordo degli aggettivi e dei participi (7 c.).
Слайд 224. L’accordo nel sintagma verbale
L’altro contesto rilevante per i fenomeni di accordo
è la frase a livello del sintagma verbale e dei suoi dipendenti. In questo caso, l’accordo è la manifestazione del ruolo sintattico di soggetto: quest’ultimo infatti è il controllore dell’accordo del verbo di forma finita per quanto riguarda numero e persona.
Слайд 23Per quanto riguarda la persona, il verbo finito ne ricopia il valore
dal soggetto pronominale (presente o ricostruibile dal contesto) e compare alla terza persona quando il soggetto è costituito da nomi o dalla corrispondente persona pronominale. La terza persona (al singolare) è selezionata anche nel caso di costruzioni impersonali:
Слайд 24(8)
domani si va tutti al mare
oggi piove
non si sentono/sente
altro che urli
qui si affittano/*affitta a turisti
vendesi case di villeggiatura
Per tale proprietà di comparire quando sia assente un soggetto controllore dell’accordo, la terza persona singolare viene spesso considerata come il valore non marcato della categoria.
Слайд 25La situazione è meno stabile, almeno dal punto di vista diacronico e
diatopico, nel caso delle costruzioni definite anticausative (tradizionalmente dette con si passivante) che ricorrono negli esempi (8) c.-d. Queste sono analoghe a quelle passive, nel senso che prevedono la promozione a soggetto dell’oggetto diretto della corrispondente costruzione transitiva.
Слайд 26. Nell’italiano d’oggi l’accordo è coerentemente dipendente dal soggetto: si sentono urli.
Tuttavia, in toscano popolare, come in italiano antico, l’accordo al singolare (quindi di tipo impersonale) è diffuso, anche se è da considerarsi oggi substandard o molto letterario: si sente urli. Si badi che nel caso in cui non sia presente un soggetto l’accordo è ovviamente di tipo impersonale, come in (8) d. Infine, il tipo con pronome enclitico in (7) e. non mette in discussione il principio dell’accordo con il soggetto, dal momento che forme come vendesi «non sono forse più sentite come forme verbali» (Salvi 1991).
Слайд 27Quanto al numero, la casistica è complessa. In generale, per le persone
diverse dalla terza, la presenza della prima o della seconda persona in coordinazione con un altro soggetto impone l’accordo al plurale selezionando il valore della persona secondo il principio della dominanza gerarchica della prima sulla seconda e di questa sulla terza:
Слайд 28(9)
io e Carlo andiamo al mare
tu e Maria venite con
noi?
tu ed io siamo ottimi nuotatori
Слайд 29Allo stesso modo, la presenza del pronome allocutivo lei con un pluralità
di altri soggetti comporta l’accordo alla seconda plurale (la terza plurale è da considerarsi ormai obsoleta, o limitata a registri molto formali):
(10) tutti e tre, lei per un verso, Fabio e la signorina Agata per un altro, avete fatto troppa parte al sentimento (Luigi Pirandello, Il piacere dell’onestà)
Слайд 30Con la terza persona, in genere un soggetto plurale o la presenza
di più soggetti coordinati prevede l’accordo alla terza plurale. Deviazioni da questo principio sono di due tipi. Da un lato, un soggetto singolare può indurre un accordo al plurale, specialmente nel caso dei nomi collettivi che ricorrono come testa di sintagmi nominali complessi. In questi casi l’accordo può essere sia con il nome testa collettivo, sia con il nome dipendente al plurale (il cosiddetto accordo a senso):
Слайд 31(11)
è venuta una massa di amici
sono arrivati un mucchio di
invitati
Слайд 32Dall’altro, la presenza di soggetti coordinati può essere seguita da accordo alla
terza persona singolare quando «i soggetti sono nomi astratti percepiti come un’unità semantica» (Serianni 2006) oppure quando in «una serie asindetica il soggetto o i soggetti che seguono quello iniziale si presentino come un’integrazione, un’esplicazione, un’amplificazione di esso» (Serianni 1989):
Слайд 33(12)
l’infelicità e disperazione totale della vita, è un sommo male quaggiù
(Giacomo Leopardi, lettera ad Angelo Mai, 30 marzo 1821)
quell’uggia, quell’orrore indefinito con cui l’animo combatteva da qualche tempo, parve che a un tratto lo soverchiasse (Alessandro Manzoni, Promessi sposi)
Слайд 34Considerazioni analoghe possono esser fatte per sequenze di soggetti coordinati ma inseriti
parententicamente: a seconda del grado di reciproca inclusione o esclusione dei due soggetti avvertito dal parlante l’accordo può essere al singolare o al plurale. Di seguito due esempi diversi (Serianni 2006):
Слайд 35(13)
a. Omero (e poi Dante) pose Minosse negli Inferi come giudice
dei morti
b. la metrica del ’900 (e conseguentemente gli studi di metrica sul ’900 italiano) sono legati al problema del verso libero
Слайд 36Similmente, nel caso in cui la frase sia negativa e il verbo
preceda i soggetti, è frequente l’accordo al singolare, purché sia presente la condizione vista sopra di una certa unitarietà ‘denotazionale’ dei soggetti coordinati:
(14) vedo che non v’è ragione né gentilezza a fare il cattivo con una signora (Giosuè Carducci, cit. in Serianni 1989)
Слайд 37Si noti che in diacronia si è molto ridotta la possibilità di
accordo verbale al singolare con una pluralità di soggetti coordinati (o ‘denotazionalmente’ plurali). In italiano antico, per es. (ma l’uso si ritrova anche in scrittori recenti), era possibile avere accordo verbale al singolare con soggetti coordinati, o addirittura con soggetto al plurale se il verbo precedeva:
Слайд 38(15)
il romore e il tumulto era grande (Niccolò Machiavelli, cit. in
Serianni 1989: 462)
mi par mill’anni che ogni giorno, che suoni la campana per ritornamene qua a giocare (Luigi Pirandello, cit. in Serianni 1989: 462)
Слайд 39Infine, soggetti coordinati in mutua esclusione hanno in genere accordo verbale al
singolare. In tutti questi casi, tuttavia, resta aperta la possibilità di accordo verbale al plurale (16 b) specialmente quando il verbo precede o i soggetti non sono in mutua esclusione (16 c):
Слайд 40(16)
a. il creditore pignorante o uno dei creditori intervenuti può [/*possono]
chiedere che il giudice proceda a nuovo incanto (Codice di Procedura Civile, art. 595)
b. ci sono studenti convinti che il Muro di Berlino lo abbiano eretto Hitler, oppure i russi o gli americani («La Repubblica» 24 maggio 2009)
c. la richiesta di rimborso e/o l’istanza di indennizzo va/vanno indirizzata/-e a chi di competenza
Слайд 41Infine, in genere viene preferito l’accordo al plurale nel caso di un
oggetto accompagnato da un complemento comitativo, specialmente se il verbo descrive un’azione con caratteristiche di reciprocità o in cui sono necessariamente coinvolti più soggetti:
Слайд 42(17)
a. con Antonio vado/andiamo spesso al cinema
b. con mia madre
non ci parlammo tutto il giorno (Corrado Alvaro, Settacinque racconti, cit. in Serianni 1989)
Слайд 43L’altro grande insieme di fenomeni in cui si manifesta l’accordo verbale è
dato dal caso in cui il verbo è composto da una forma participiale e/o da un complemento predicativo. Benché la fenomenologia sia analoga, ci sono alcune essenziali differenze a seconda che il verbo ausiliare selezionato sia essere o avere, per cui sarà bene iniziare dal primo caso. Quando il verbo è composto con un participio passato, l’accordo è obbligatorio nel caso in cui la forma finita del complesso verbale abbia per ausiliare essere. In genere, il participio si accorda in genere e numero col soggetto:
Слайд 44(18)
Mario e Giovanna sono arrivati ieri
Mario e Giovanna sono simpatici
gli inquilini di questo palazzo sono tutti ingegneri
Слайд 45Si noti che mentre participi e aggettivi sono sensibili all’accordo sia per
genere che per numero, nel caso di nomi in posizione predicativa l’accordo si limiterà al numero, a meno che il nome non presenti la possibilità di realizzare la cosiddetta mozione, cioè la derivazione per genere (cfr. Thornton 2004):
Слайд 46(19)
a. tutti gli allievi furono nominati ufficiali
b. tutte le candidate
furono nominate/*-i/*-o/*-a ministro/?-i/?-e/*-a
c. quelle donne guerriere che sulla scorta dell’esploratore religioso furono nominate abitatrici della Terra Onzonea
Слайд 47Quando la mozione sia sentita come problematica, come per nomi come ministro
rispetto a abitatore / abitatrice (l’esempio è elicitato per mezzo di Google), la forma preferita del nome in posizione di complemento predicativo – il participio è obbligatoriamente controllato dal soggetto – è quella di maschile singolare, o se vogliamo senza accordo.
Слайд 48Per quanto riguardo l’ampia casistica dei fenomeni di accordo del participio e/o
aggettivo predicativo, si rinvia a quanto detto sopra a proposito dell’accordo aggettivale nel sintagma nominale. A titolo esemplificativo, si considerino i casi in cui si era messo in evidenza un conflitto tra il valore grammaticale e quello denotazionale del genere:
Слайд 49(20)
la guardia e sua moglie ieri sono andati/*-e al cinema
la
guardia e la sua più cara amica ieri sono andati/-e al cinema
la guardia e la sentinella si sono incontrate/-i davanti alla caserma
la guardia ieri non è venuta/*-o a lavorare perché era malata/*-o
il soprano è stata(/-o) invitata(/-o) da Francesco Renga alla quarta serata del 59° Festival della Canzone Italiana
Слайд 50Si osservi in particolare come il conflitto nasca in presenza di nomi
coordinati e si risolva in favore del valore maschile nel caso di nomi coordinati denotazionalmente disarmonici come in (20) a. Anche nel caso di nomi coordinati armonici la risoluzione in favore del valore denotazionale è un’opzione possibile in (20) c.
Слайд 51Inoltre, in (20) b. l’accordo al femminile è possibile solo se i
valori denotazionali dei due nomi sono armonici, in altre parole se la guardia di cui si parla è una donna. Tali conflitti emergono anche in casi in cui il nome è maschile ma denota un referente femminile come nell’esempio (20) e. tratto da Google, che è possibile (accanto all’accordo basato sul genere grammaticale) a differenza di (20) d.
Слайд 52Infine, nelle costruzioni impersonali il participio o complemento predicativo selezionano un accordo
generico, perché in assenza di un controllore esplicito, al maschile plurale:
(21) se non si è ben legati/attenti, si rischia di cadere
Слайд 53Analogamente, nel caso di costruzione impersonale del tipo visto in (8) b.,
il participio seleziona il valore non marcato di maschile singolare: ieri è piovuto. Deviazioni da questo principio si registrano in espressioni come è fatta! o è andata bene! La funzione di controllore può essere più raramente esercitata dal complemento predicativo, come negli esempi seguenti:
Слайд 54(22)
il Consiglio dei Ministri è diventata una sede di mera ratifica
o presa d’atto («La Repubblica» 31 agosto 1986)
i due gol sono stata una mazzata da KO («Corriere dello sport-Stadio» 10 novembre 1986)
i presenti se ne sono lavati/-e le mani
abbiamo raggiunto la mèta che ci siamo prefissata/-i
Слайд 55Analoga variazione s’incontra anche nel caso dei verbi riflessivi indiretti, come si
vede nei due ultimi esempi, in cui è l’oggetto a fungere opzionalmente da controllore indipendentemente dalla sua posizione pre- o postverbale.
Слайд 56Più complicata, e se vogliamo instabile, è la casistica dei fenomeni di
accordo nel caso in cui la forma finita del complesso verbale comporti l’ausiliare avere. Il caso più semplice, con verbo intransitivo o transitivo con oggetto posposto, in italiano odierno prevede la selezione del valore non marcato di maschile singolare, o se vogliamo assenza di accordo:
Слайд 57(23)
Carla ha dormito tutto il giorno
i bambini hanno mangiato la torta
dopo che mi ebbe portati i saluti di mia madre (Carlo Levi, Cristo si è fermato a Eboli)
Слайд 58Tuttavia, sia in italiano antico che in usi letterari come in (23)
c., l’oggetto diretto posposto può esercitare funzione di controllore dell’accordo. Di converso, in italiano antico è attestato anche l’accordo del participio con un soggetto controllore: «ell’ha forse vernata / ove si fa ’l cristallo» (Dante, Rime LXXIII).
Слайд 59La situazione diventa più instabile nel caso in cui l’oggetto diretto sia
invece preposto al verbo. Distinguiamo diversi parametri in gioco, a seconda che l’oggetto preposto sia un sintagma nominale o una forma pronominale clitica. Nel caso di un sintagma nominale preposto, «si va affermando la tendenza al participio invariabile, al maschile singolare» (Serianni 2006: 151), benché non manchino casi in cui l’oggetto preposto funga da controllore, in particolare quando l’oggetto diretto preposto è la testa di una frase relativa o apre una frase interrogativa parziale, come illustrato dagli esempi (24) a. e b., elicitati tramite Google:
Слайд 60(24)
se vuoi vedere quali sono le porte che il router ha
aperte
e vedi esattamente che porte ha aperte la tua rete
Слайд 61Nel caso di un oggetto costituito da un pronome proclitico, quest’ultimo funge
obbligatoriamente da controllore qualora si tratti della serie di terza persona lo, la, li, le e del partitivo ne:
Слайд 62(25)
le hanno viste/*-o arrivare in molti
Gianni ne ha mangiate/*-o tre
di pizze
Слайд 63Si noti che nel caso del partitivo è anche possibile, benché marginale,
l’assenza di accordo, come nell’esempio seguente, tratto da Google (cfr. Lepschy & Lepschy 1981):
(26) come la Red Bull anche la Coca Cola Light ha una componente chimica che causa diversi tipi di tumore. Siccome negli anni gli americani ne hanno bevuto a litri …
Слайд 64Presumibilmente, è la distanza dal controllore che influisce sulla presenza o meno
dell’accordo sul bersaglio. Infine, a esercitare controllo può essere sia il nome-testa del sintagma controllore, in genere con valore di quantificatore o classificatore, che il suo complemento, come si vede nei due esempi (27) a. e b., tratti da Google, in cui sono coinvolti sia l’accordo del participio che quello dell’ausiliare (un altro esempio di accordo a senso):
Слайд 65(27)
anche se di telefonate ne sono arrivate una valanga
di proposte
non con contributo me ne è arrivata sinora solo una
Слайд 66Chiaramente, quando il ne non è partitivo non richiede accordo: Ugo ha
visto Ada e se ne è innamorato/*-a. Con gli altri pronomi personali, l’accordo è possibile, benché rappresenti l’opzione meno favorita:
(28)
a. un comitato di benvenuto ci ha preceduti suonando il Bodu Beru
b. non diciamo sempre sì come chi ci ha preceduto
Слайд 67La così complessa casistica dell’accordo del participio passato è il risultato di
un lungo processo di grammaticalizzazione delle perifrasi verbali di perfetto composto (più tradizionalmente detto passato prossimo), e in special modo di quella con ausiliare avere, del tutto estranea al latino.
Слайд 68A partire da una costruzione come «domum constrūctam habeō» «ho una casa
costruita», in cui l’accordo del participio era controllato dall’oggetto in accusativo del verbo, si è sviluppata la perifrasi verbale italiana ho costruito una casa. Rohlfs (1949-1954; trad. it. 1966-69) osserva a tal proposito che «col passare dei secoli s’è avuta una sorta di fossilizzazione del participio» e «col perdersi della coscienza del significato originario, l’accordo del participio non fu più strettamente osservato».
Слайд 69Tuttavia, più che di fossilizzazione, si preferisce parlare oggi di grammaticalizzazione del
participio, cioè di nascita e diffusione di un nuovo costrutto unitario, appunto la perifrasi di perfetto composto. Come risultato di questo processo si è avuta la riorganizzazione su nuove basi del fenomeno di accordo che in latino era controllato dall’oggetto diretto. Peraltro, la gamma di oscillazione che abbiamo descritto per la varietà standard di italiano odierno rappresenta solo un tipo evolutivo rispetto a molteplici altri testimoniati nei dialetti italiani e nelle altre varietà romanze (per un quadro complessivo, vedi Loporcaro 1998).